Dall’ antica Krotonad oggi…
Buon sangue non mente…
Un po’ di storia: Il Pancrazio è un'antica lotta greca praticata già nel 648 a.C. Lo scopo di questa disciplina era quello di sconfiggere l’avversario utilizzando le proprie forze, i contendenti avevano la possibilità di usare tutte le mosse possibili, sgambetti, proiezioni, leve articolari, pugni, calci, ginocchiate, gomitate, unghiate, tecniche di rottura delle dita, strangolamenti, il tutto a mani nude.
Per la sua natura, il pancrazio è diventata una delle più complete discipline da combattimento, poiché comprende tecniche diverse tra loro.
Nell’antica Grecia, l’efferatezza di questo sport era tale che i due contendenti spesso arrivavano a lottare fino alla morte, ed il vincitore veniva acclamato ed osannato dal pubblico.
La storia ci racconta di Milone di Crotone, uno degli atleti più famosi dell'antichità,specialista nella lotta e nel pancrazio,
In seguito, il pancrazio rientrò nei limiti e divenne una disciplina sportiva come le altre, in cui i contendenti si allenavano per ottenere una grande potenza fisica, non con lo scopo di uccidere l’avversario, ma solo di batterlo.
Milone di Crotone, il più grande atleta di tutti i tempi.
Epoca VI secolo a.C
Milone di Crotone fu certamente il più grande atleta di tutti i tempi. Sulle tavole antiche il suo nome compare sempre al primo posto in ogni gara svoltasi nell'antica Grecia, il suo dominio assoluto durò per circa venti anni durante i quali egli rimase pugile imbattuto. Nel 540 a.C. prese parte alla sua prima Olimpiade, vincendo nella categoria ragazzi, seguirono altre cinque vittorie olimpiche di fila dal 532 a.C. al 516 a.C. In una di queste il pugile crotoniate vinse senza disputare la finale, perchè l'avversario era uno dei suoi allievi che si rifiutò di lottare contro lo strapotere del maestro. Tutto questo clamore fu reso possibile grazie alla genialità di Pitagora, infatti quando nel mondo non c'erano ancora le scuole, nella città stato della Magna Grecia “Kroton” inventò il GIMNASIUM scuola dello sport, una scuola dove si praticavano svariate discipline, dalla lotta, al lancio del disco, alla corsa fino ad arrivare alla massima espressione del combattimento il Pancrazio. Milone vinse anche per 10 volte le gare Istmiche, 9 volte le Nemee e 6 volte i Giochi Pitici di Delfi che si tenevano in onore di Apollo.
Tanta gloria lo rese uno dei personaggi più illustri e famosi del mondo antico, conosciuto ovunque per la sua proverbiale forza e considerato eroe leggendario appartenente alla stirpe degli Eraclidi, discendente diretto di Eracle. La sua forza proverbiale salvò l'intero gruppo aristocratico guidato da Pitagora che governava la potente città diKroton. Si racconta che in occasione di un terremoto che colse il gruppo dirigente mentre era in riunione proprio in casa del filosofo, Milone si sostituì ad una colonna spezzata dal sisma reggendo sulle sue spalle il soffitto dell'abitazione per quei minuti necessari a sgomberarla completamente salvando i convenuti.
In occasione della famosa battaglia contro i sibariti del510 a .C, che sancì la sconfitta e distruzione dell'antica e opulenta colonia di Sybaris, Milone vestito a mo’ di Eracle, con la pelle di leone sulle spalle, guidò l'esercito crotoniate verso una delle vittorie più schiaccianti della storia antica. Persino Democede, crotoniate e medico personale del re Dario di Persia, per tornare a casa contro il parere del re persiano, sposò in tutta fretta una figlia di Milone, costringendo Dario a desistere dalla sua insistenza nel volerlo riportare in Persia.
La storia di Milone si fonde spesso con la leggenda, tramandata da autori tardo-ellenistici come Ateneo, Luciano e Porfirio. Una di queste vuole Milone dopo la vittoria ad Olimpia, caricarsi sulle spalle un toro di quattro anni e dopo un giro completo di stadio, divorarlo tutto fino all'ultimo boccone. Intorno alla sua morte la leggenda narra di un grosso albero di ulivo sezionato da un fulmine, che si trovava nel bosco sacro di Hera Laciniain prossimità del promontorio omonimo nel quale Milone, un po’ invecchiato, infilò le mani per divaricarne completamente il tronco, ma abbandonato dalle forze l'Olimpionico rimase bloccato e finì dilaniato dalle belve feroci. La statua che lo rappresenta al Foro Italico di Roma lo ritrae con un pallone tra le mani, ma la sua disciplina era il pugilato
In occasione della famosa battaglia contro i sibariti del
La storia di Milone si fonde spesso con la leggenda, tramandata da autori tardo-ellenistici come Ateneo, Luciano e Porfirio. Una di queste vuole Milone dopo la vittoria ad Olimpia, caricarsi sulle spalle un toro di quattro anni e dopo un giro completo di stadio, divorarlo tutto fino all'ultimo boccone. Intorno alla sua morte la leggenda narra di un grosso albero di ulivo sezionato da un fulmine, che si trovava nel bosco sacro di Hera Laciniain prossimità del promontorio omonimo nel quale Milone, un po’ invecchiato, infilò le mani per divaricarne completamente il tronco, ma abbandonato dalle forze l'Olimpionico rimase bloccato e finì dilaniato dalle belve feroci. La statua che lo rappresenta al Foro Italico di Roma lo ritrae con un pallone tra le mani, ma la sua disciplina era il pugilato
A MILONE IL KROTONIATE, L’ATLETA PIU’ IDOLATRATO DI OLIMPIA
Ed il Krotoniate Timasitheos Lanciò la mossa. Come
un uccello Che spicca il suo volo La mente di Milone Partì lontano… nel tempo Nell’aria rivede Tutte le sue vittorie, consacrate più volte con corone d’ulivo. La tua immortale forza
Ricalcava il mito Di Heracles… Il vanto delle più gloriose Città Greche! Kroton lo ebbe… Lo facesti allorquando Rivestisti la pelle di leone Per
affrontare, con grande audacia,
i nemici delle vicinaSibaris Risentisti tormento Evocando alla mente L’amara contesa Contro i democratici di Cylone. Fuoco e fiamme vedesti Nella tua cara dimora. Per salvare gli amici
Il cuore struggesti. Ad un tratto finisce La tua breve odissea. Nello stupore Di Olimpia tutta, avvolto nell’infausta nube, quando a terra cadesti, smarrito come un Dio che ha perso i suoi poteri,
ritornasti uomo tra i comuni mortali.